È l’estate del 2007, ho in mano una copia del “Financial Times”. Leggo con un misto di interesse, apprensione e aspettativa. Interesse per le reazioni dei maggiori personaggi del mondo finanziario globale, apprensione per quello che sarebbe stato l’inizio di una delle più grandi crisi economiche e finanziarie; aspettativa verso i grandi protagonisti del mondo occidentale: come avrebbero comunicato ciò che stava succedendo? Quali i segnali, quali le strategie tanto di business quanto di comunicazione da parte di governi, finanza e stampa, per ovviare all’imminente impatto e conseguente strage mediatica, economica e finanziaria? Non lo sapevo ancora, ma stavo leggendo i primi capitoli di un disastro annunciato.