La percezione non è realtà: le cose non stanno così male come si pensa A ottobre 2020 avrò trascorso 13 anni di vita, privata e lavorativa, tra Regno Unito e Svizzera, con forti interazioni con Paesi come la Germania e la nativa Italia, e in vari modi con il resto d’Europa. Pagine e pagine potrebbero essere scritte sulle grandi lezioni di vita che derivano dal lavorare e vivere in contesti multinazionali, e in un certo modo, la curva d’apprendimento e di apertura mentale che deriva dall’interpretare e convivere con culture e approcci diversi e molto simili al contempo. Non ci si deve stupire, ad esempio, di come le similitudini tra persone di diversa nazionalità, non si basino su luogo di nascita e passaporto, ma su livello di istruzione, cultura e comprensione del quadro globale. Se guardiamo alla popolazione europea, tedeschi, italiani, inglesi e svizzeri con simili esperienze di vita privata e professionale hanno molto più in comune di due inglesi, tedeschi, svizzeri o italiani presi a caso tra la popolazione del loro Paese e con background o formazione molto differente. Le similitudini sono trasversali, non verticali e non si basano su un passaporto e luogo di nascita.