La moneta unica ha fatto strada. Da un sogno in cui molti non credevano, a discussioni iniziali su un’unità economica e monetaria nel 1960, ad oggi, la moneta di 340 milioni di europei, usata da altri 175 milioni di persone nel mondo. Il successo? Starà nel combinare identità nazionali con l’ethos e i costumi globali. Una delle skills che derivano da anni di carriera esecutiva in varie aziende e in tre diversi Paesi (Italia, Regno Unito, Svizzera), è la capacità di provare a interpretare le persone, trovare la chiave di lettura che permetta un’impostazione del rapporto umano basata su comprensione, fiducia, empatia: dai team members ai capi, dai clienti, ai vari stakeholder con cui negli ultimi 19 anni ho avuto a che fare e in molti casi da cui ho avuto il piacere di imparare. Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, ha una volta paragonato l’euro a un calabrone: un “mistero della natura” che non dovrebbe essere in grado di volare ma in qualche modo lo fa. Draghi usò questa metafora durante la tumultuosa crisi del debito greco del 2012, quando in molti si chiedevano se la fine dell’euro fosse vicina. A due decadi dalla sua nascita, l’euro vola alto.